mercoledì 8 febbraio 2012

TERAPIA DI GRUPPO di Laura Picchetti


mercoledì 8 febbraio 2012

Stasera chiedo aiuto al mio
cervello per fare terapia di
gruppo: parlo con lui come
fosse un parente: mi sdoppio
e dico quelloche mi passa
per la " capa":
quando si è giovani,si è bimbi,
si deve imparare a comportarsi
a conoscere se stessi :
diventare sicuri , conoscere
le proprie caratteristiche
e potenzialita'.

Poi si entra nella adolescenza e tutto sembra rivoltarsi contro: insicurezze,
sensazione di non essere adeguati, difetti fisici , sentirsi differenti dai
coetanei e anche dagli adulti: un periodo difficile,l'eta' dei contrasti,
della noia e della insofferenza, verso tutti e tutto .


Poi si diventa giovani e si cerca
l'amore ,l'altro ,quello giusto ,
ma quanti dubbi e nessuno che ti
spieghi : mondi diversi che
dovrebbero incontrarsi , forse
per caso, ma non e' facile :
la ragazza che freme al primo
ballo lento ,lui che le soffia
in un orecchio.
La timidezza,il ritegno,
l'istintivo ritrarsi ,anche
se piace, anche se un
interesse, un sentimento
e' nato lo si nasconde,
non lo si confessa, fintanto
che l'istinto non prenda
il sopravvento:e poi si scopre,in qualche caso,che e' perfino corrisposto .


QUESTI SONO I CASI FELICI:in cui puo' nascere qualcosa, a volte
nasce, si costruisce un cosidetto progetto comune.
C'e' chi va avantie chi si ingarbuglia : chi si avvita male:
il passo e' differente... giri ...rigiri e non si arriva al punto.
Alcuni ci arrivano per caso, alcuni si ritrovano moglie e mariti,
ma non son convinti ...alcuni padri e madri,ma ( come si direbbe
ora )a loro insaputa...senza preparazione, ne volonta'.
Altri soccombono periodicamente al duello mortale: sindromi bipolari,
incompatibilita' di carattere, tradimenti, gelosie e l'accanirsi
l'uno contro l'altro coi figli in mezzo.
.
Altri magari che li hanno voluti, avrebbero bisogno di Salomone
e vorrebbero tagliarli a meta' con un coltello. Che dire?

Si comportano come pecore al macello,dimenticando che una e' la vita
e conviene a tutti di viverla al meglio.Pochi riescono a dominare
le ansie ,a convivere con gli altri,senza strafare, senza esagerare,
senza rendere tutto ancor piu' duro senza demoralizzarsi per ogni
sciocchezza,senza fare un " casus belli " di una piccolezza.

C'e' poi chi e' veramente disturbato e disturba anche gli altri.
Ci vuol tanta pazienza, tanta " calma e gesso": ascoltare, tacere,
ritirarsi nella propria torre d'avorio per salvare, almeno, il
proprio equilibrio ormai provato.

Sono le nonne ,le mamme, le persone che hanno gia' vissuto e
vorrebbero finire la loro vita serenamente, senza doversi
sobbarcare dei malanni altrui,
Ma non si puo'!!!
Comunque,per chi si trova a doversi spendere per far da paciere ,
io dico:Attenti ! IL TRANSFERT E' CAROGNA!

UN CONSIGLIO VI DO: NON SOPRAVVALUTATE MAI IL VOSTRO EQUILIBRIO
ANCHE SE SIETE CERTI SIA CONSOLIDATO DAL TEMPO.

... IL RISCHIO ESISTE ED E' REALE!

lunedì 30 gennaio 2012

“Entra nel giardino


Entra nel giardino
sono rare le persone che lo fanno”
così avevi detto.

Nel cancello c’era un nome
“ amore”
parola abusata e resa triste
confusa con altro…


Giardino, che il vento
aveva ricoperto di foglie,
nessun rumore,
neanche un sospiro ,
l’ unica musica il ruscello
che saltellava sui sassi.

Pomeriggi di sole
raggi filtrati tra i rami ,
al tramonto…
le tue braccia ricoprivano
le spalle per attenuare i brividi.


Dietro il cancello
sono rimasti i sogni,
il profumo dei fiori,
il nome…
sei andato via con le chiavi,
con l’illusione
che non entrasse più nessuno.

Anna Maria Cherchi
30 gennaio 2012 L.633/41


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domenica 29 gennaio 2012

L'orto sul terrazzo















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A Torino, l’incredibile giardino e orto pensile del fisico Gaetano Bruno
18 gennaio 2012 - CITTÀ VERDI, COLTIVARE IN TERRAZZO, I PROTAGONISTI


E’ uno tra i più stupefacenti giardini urbani d’Italia. Sta a circa 20 metri d’altezza, sul tetto di un palazzo di sei piani, a Torino. E lassù, Gaetano Bruno, fisico elettronico in pensione, ha ricostruito con passione un ricchissimo ecosistema composto da centinaia e centinaia di specie vegetali diverse.

Siamo su una terrazza da 150 quadri, disposta su cinque livelli diversi, dove crescono e prosperano un’infinità di alberi da frutto, ortaggi, piante ornamentali e fiori. Soltanto le rose, da sole, sono presenti con più di 80 varietà.





Tentiamo un elenco parziale delle coltivazioni commestibili, da cui ogni anno Bruno e moglie raccolgono quasi 300 kg di frutta e verdura: kiwi, peschi, albicocchi, un ciliegio, un prugno, un melo, un mandarino, un limone, olivi, una palma da datteri. E poi piselli, patate, zucche, zucchini, fagiolini, pomodori, peperoni, peperoncini, agli, cipolle, basilico, insalata, rucola, spinaci, cetrioli, barbabietole rosse, verze e cavoli, prezzemolo, sedani, carote e fragole.

E poi ci sono le viti. Con cui Bruno, originario della Costiera amalfitana, produce persino il suo vino. L’idea per il nome è venuta senza sforzo: Le Terrazze.






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